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PROGRAMMA OPERATIVO NAZIONALE
MISURA 7 AZIONE 7.3
PROGETTO:
"COMUNICAZIONE E TECNOLOGIA"
Contenuti
· Scalea · Tortora |
Siamo un gruppo di donne di età, professione e
provenienza diverse accomunate dal desiderio di imparare ad usare il computer
sia per noi stesse sia per essere in grado di seguire i nostri figli, dal momento
che per noi questo è uno strumento alquanto sconosciuto mentre per loro è
pane quotidiano. Durante il corso abbiamo imparato a conoscerlo a capirlo e
ad usarlo, ma non solo,abbiamo anche scoperto di avere in comune altri
interessi, tra cui la cucina in particolare quella tradizionale. Da qui la
decisione di scegliere come argomento per la presentazione del corso “ le ricette tradizionali dei nostri paesi”
preceduta da una breve presentazione di questi paesi. La raccolta di queste
ricette non vuol essere il solito” ricettario” con antipasti, primi,
secondi ecc…, provvisto di consigli dietetici e relative calorie,bensì un
quaderno della nonna dove si trovano le ricette così come venivano trasmesse
da madre a figlie, da parenti, amiche ecc…,senza un ordine né cronologico né
di portata. Troviamo così mescolate insieme le ricette sul pesce con quelle
della carne, quelle dei dolci con i sottoli, i primi con le pizze e via di
seguito.
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Questo
piccolo angolo di terra da noi preso in considerazione e così privilegiato da
madre natura che in un fazzoletto di terra ha racchiuso
mare, monti, fiumi e piccole pianure in grado di dare gli ingredienti
più vari per realizzare piatti semplici
ma anche elaborati, con il pesce del mare di Scalea e Tortora, e quelli
della terra di Verbicaro e Papasidero. Il più delle volte questi
ingredienti si coniugano insieme dando origine a delle squisite accoppiate di
mare e monti. Questo è un modo di fare una cucina semplice e povera che si
nobilita nell’elaborazione di ricette semplici ma ricche di aromi e sapori come
l’olio, rivalutato a livello mondiale con la dieta mediterranea, l’aglio
anch’esso rivalutato in medicina come un ottimo ipotensivo privo di effetti
collaterali, sua maestà il peperoncino la cui capsaicina è
impiegata, nella cura delle cefalee,ed ecco,che accanto a tutto questo compare
un piatto tra l’altro, famoso nel mondo tanto quanto la pizza napoletana:
spaghetti aglio olio e peperoncino. Quando a questo piatto se si aggiungono dei
filetti d’acciughe salate in casa nei cosiddetti salaturi e la
mollica di pane fritta nell’olio bollente, otteniamo un matrimonio perfetto
tra mari e monti. Accanto a questo non possiamo dimenticare il vino di
Verbicaro, i formaggi di Papasidero, ed i prodotti che si ricavano dal
maiale come capocollo salsicce e soppressate: prodotti così buoni da diventare tipici.
più sofisticate ed elaborate.In questo consiste il grande segreto del pesce e di questo le nostre nonne ne erano a conoscenza senza aver letto trattati di grandi chef.
Prima di elencare alcune ricette sul pesce vogliamo dare alcune informazioni circa le sue caratteristiche nutrizionali. La sua carne è un alimento proteico e quindi può sostituire qualsiasi altro tipo di carne, con la differenza che la qualità e la quantità di grasso in esso contenuto è diversa non a caso contribuisce ad abbassare il colesterolo cattivo e fa aumentare quello buono, inoltre contiene pochissimi zuccheri mentre è ricco di fosforo,calcio e di vitamine A, B1, B2. Le calorie che fornisce sono direttamente proporzionali alla quantità di grasso contenuta nella carne.
Pigiatura dell’uva
La tabella seguente riassume alcune caratteristiche culinarie di specie di pesci che si trovano nei nostri mari.
PESCI |
LA MISURA |
I MESI
MIGLIORI |
LE
COTTURE |
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Pesci a carne grassa: |
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Grongo(anguilladi
mare) |
fino a
cm.200-300 |
tutto
l'anno |
umido,
griglia |
Sardina |
cm 10 -
20 |
tutto
l'anno |
frittura,
umido, griglia. |
Sgombro |
cm 23 |
da maggio
a settembre |
umido
frittura |
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Pesci a carne medio grassa |
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Acciuga |
cm 10 -
16 |
da marzo
a maggio, |
frittura |
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da luglio
a settembre |
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novembre |
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Dentice |
fino a cm
90 |
totto
l'anno |
arrosto,
al forno |
mormora |
cm 25 -
50 |
tutto
l'anno |
zuppa, cartoccio,
griglia |
Triglia |
cm 15 -40 |
da
novembre a gennaio |
frittura,
umido, griglia |
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da aprile
a settembre |
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Pesci a carne magra |
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Cernia |
cm 40
-100 |
tutto
l'anno |
bollito,
grglia, zuppa, |
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frittura |
merluzzo(
nasello) |
cm 30 90 |
da
gennaio ad agosto |
bollito,
grglia, zuppa, |
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da
ottobre a dicembre |
frittura,
umido |
Orata |
cm30 -80 |
da giugno
a novembre |
bollito,
grglia, zuppa, |
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cartoccio,
arrosto |
Sarago |
cm 20 -40 |
tutto
l'anno |
bollito,
grglia, zuppa, |
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arrosto |
Scorfano |
cm 25 -50 |
da aprile
ad ottobre |
zuppa |
Sogliola |
cm 20 -
45 |
tutto
l'anno |
bollito,
griglia, frittura |
Spigola |
cm 40
.100 |
da
dicembre a febbraio |
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giugno luglio |
bollito,
zuppa, frittura, |
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griglia |
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MOLLUSCHI |
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Calamaro |
cm 29 -50 |
da
febbraio a marzo |
umido,
frittura |
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da giugno
a dicembre |
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polpo |
fino a cm
300 |
tutto
'lanno |
bollito,
umido |
seppia |
cm 25 |
da
febbraio ad aprile |
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da giugno
a dicembre |
umido
frittura |
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FRUTTI DI MARE |
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cozze |
cm 5 -10 |
tutto
l'anno |
zuppa,
umido, ripiena, |
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in forno |
Vongola |
cm 5 -10 |
tutto
l'anno |
zuppa,
umido, |
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CROSTACEI |
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Aragosta |
fino a cm
50 |
da aprile
a dicembre |
bollito,
griglia |
Gambero |
cm 5 - 20 |
da giugno
a dicembre |
bollito,
griglia, frittura |
Scampo |
fino a cm
25 |
da
settembre a dicembre |
bollito,griglia,
frittura |
Ora passiamo a fare una breve descrizione dei paesi da cui proveniamo.
PAPASIDERO si trova a circa
Papasidero
un’affascinante paese di circa (1.000) abitanti situato su uno sperone
roccioso, è attraversato da due fiumi il Lao e il Santo Nocaio. Il suo
territorio è di circa 54 Kmq ed è situato all’interno della catena costiera
tirrenica a
Confina con Laino Castello, Mormanno, Aieta, Orsomarso, e Santa Domenica Talao. Per il rilevante interesse naturalistico e paesaggistico il comprensorio Papasiderese fa parte del Parco Nazionale del Pollino.
Nel 1961 fu scoperta la grotta del Romito in località di Avena oggi fulcro del neocostituito Parco Archeologico Preistorico del Romito.
La
chiesa di San Costantino divenne Parrocchia nel 1510 e in seguito alla peste
del 1656 che ne decimò la popolazione il
paese ha eletto a sua patrona
L’andamento demografico del Paese ha totalizzato il massimo storico nel 1871 raggiungendo quasi 3.000 abitanti, il decennio 1956-1966 circa ha registrato un considerevole calo della popolazione a causa di una massiccia emigrazione.
PIATTI TIPICI DI PAPASIDERO
Il piatto tipico di Papasidero sono i FUSILLI con sugo di carne di capra.
I FUSILLI: sono impastati con acqua fredda e farina, fatti a torsoli e poi tirati come un grosso bucatino.
LAGHINI E CICIRI: “laghini” si intende una sfoglia rotonda tirata con il moderno matterello chiamato “U LAGUNU” la quale viene arrotolata su di esso e togliendo u lagunu (il matterello) vengono tagliati a mano. Il piatto viene cotto con aglio, olio e zafarana fina (peperone macinato).
RASCATIDDI: sono gnocchi fatti solo con farina e acqua bollente e conditi con sugo e ricotta affumicata.
SANGU CUTTU E FRITTU: sangue cotto e fritto. Il sangue del maiale viene messo nell’acqua bollente e dopo cotto viene fritto nell’olio di oliva e aglio. Questo piatto viene affiancato dai “ZAFARANI ‘NGRUSCATI” (peperoni rossi secchi) che durante il periodo estivo vengono essiccati al sole.
DOLCI TIPICI
“I
GRISPEDDI” tipici dolci natalizi fatti con farina acqua e lievito naturale
fritti in abbondante olio e cosparsi di miele.
“I PUCCIDDATI”: dolci tipici pasquali preparati con farina, uova, zucchero, grasso di maiale e lievito naturale.
SCALEA
si trova sulla costa tirrenica della Calabria la si può dividere in due parti:
il centro storico appollaiato su un cucuzzolo e la parte nuova più
pianeggiante. La sua storia è molto antica, infatti si pensa che fu fondata
intorno al
Scalea. è uno dei paesi più antichi,
dell’alto Tirreno cosentino il suo borgo è caratterizzato dalle sue case
sovrapposte l’una all’altra. Con le montagne alle spalle e di fronte il mare la
sua cultura è sia marinara che contadina tra le sue viuzze soprattutto in
estate si notano i “nzerte i pipi“ (trecce di peperoni) da usarsi per
conserve e piatti gustosi come: “pipi abrusculiate” con salsiccia o uova
– si usano anche macinati per cucinare ,legumi o per fare i famosi “pisci
salati”(che sono acciughe private di testa e interiori sistemati in vasi di
creta con scaglie di peperoni. A loro volta “i pisci salati”si usano per la
pasta aglio e olio per le bruschette con l’insalata di pomodoro per riempire i
peperoni ma soprattutto per le " grispelle" che si friggono a
Natale.
“nzerte i cancarjellj”(trecce di peperoncini piccanti) usati per conservare “melanzane
o zucchine sott’olio”, “olive pesate” ma c’è chi ama mangiarli con
tutte le pietanze.
Notiamo inoltre davanti alle porte sotto il sole d’agosto “i
cannizzòle chi fichi” si essiccano per fare le “crocette” appunto
fichi secchi da riempire con pezzi di cedro e gherigli di noci, infornate e
condite con cannella e liquore, questi si consumano durante l’inverno.
Ogni festività ha il piatto delle occasioni
1
A
Natale oltre alle “grispelle”si preparano “le rose, “i cannaritoli”
“la cecerata” (che sono dolci fritti conditi con miele e diavoletti)
2
A
carnevale non possono mancare “i fusilli” con sugo di carne di maiale e
polpette
3
A
S.Giuseppe (19 marzo) fanno capo a tavola “laghene e ciciri”
4
Il
sabato santo in bella vista la frittatona con uova salsiccia formaggio fresco e
asparagi.
Nelle feste importanti non può mancare la pasta al forno con le
polpettine e salsiccia, o “fusilli ca carna i crapa” oppure i
“rashcatjellj”.
Come dolce pasquale abbiamo “le pizzatole” impastate con farina,
uova, lievito; modellate a forma di “pupa” con l’uovo in testa spennellate con
bianco d’uovo e diavoletti.
All’alternarsi delle stagioni si alternano anche le pietanze da
quelle invernali ricchi di legumi e peperoncini come: "cicorie e
fagioli", "rape e salsiccia", "trippa e patane",
"frittelle di neonata", "alici ripiene".
A quelle estive come:"pipi e patane","melanzane
ripiene","pisci arraganate",frittelle di zucchine o fiori"o
semplicemente "na fresella ccù pummdoro".
Questo è un dolce che veniva
preparato dalle nostre nonne in occasione della festa della Madonna del
Carmelo, Santa patrona di Scalea; che viene festeggiata ogni anno dalla città
di Scalea il 15 e il 16 luglio. Oggi invece viene preparato solo da qualche
anziana signora che li vende in occasione della festa.
Ricetta
Ingredienti:
-
½ litro
di miele di fichi;
-
Farina quanto
basta;
-
4 uova;
-
-
Chiodi
di garofano e buccia d’arancia;
-
1. Amalgamate il miele di fichi
con una quantità di farina sufficiente ad assorbirlo tutto. Aggiungete le uova
intere, mandorle tostate spezzettate, chiodi di garofano pestati in un mortaio
e buccia d’arancia secca pestata o fresca grattugiata e lo zucchero.
2. Con il composto ottenuto
formate delle schiacciatine rettangolari di media grandezza che passerete nel
forno caldo fino a quando avranno acquistato una bella coloritura.
Questo tipo di frittelle
sono tipiche di Scalea in quanto essendo un paese che sorge sul mare molti dei suoi abitanti erano
pescatori. Negli anni l’attività della pesca e stata man mano abbandonata, in
quanto è diventata poco redditizia. Il mare grande risorsa di Scalea è stato
sfruttato diversamente dando spazio a parcheggi, attività balneari e
ristorazioni.
Ricetta
Ingredienti:
-
-
1 uovo;
-
Farina q
b;
-
Sale,
pepe;
-
Prezzemolo;
-
Olio per
friggere.
1. Lavate la neonata e
disponete in una terrina. Rompete un uovo,aggiungete un pizzico di sale e
qualche foglia di prezzemolo;amalgamate il tutto e aggiungete gradualmente
qualche cucchiaio di farina fino ad ottenere una poltiglia cremosa.
2. Scaldare l’olio in una
padella e versare con un cucchiaio, un po’ per volta, la crema lavorata. Fate
friggere per un paio di minuti finché ogni frittella non raggiunge la doratura.
primo
paese a nord della Calabria sulla costa tirrenica. Luogo ricco di
storia,cultura e tradizioni,è uno dei comuni più estesi della provincia
cosentina. Territorio ricco di sorgenti e corsi d' acqua, si estende tra mare e
montagna. Il centro storico, conserva antichi edifici, dal castello
feudale, alle chiese: di San Pietro Apostolo Chiesa Madre (XIV sec.), quella
del Purgatorio, dell'Annunziata e di S. Francesco con i resti del chiostro
(XVII sec.). A palazzo Casapesenna (Palazzo del Principe), e stato istituito un museo che
raccoglie materiali provenienti dai siti archeologici locali appartenenti a
epoche diverse: preistoria età greca, dal periodo lucano a quello romano. L'
esistenza di Tortora come comunità religiosa appartenente alla Diocesi
di Policastro è attestata fin dal 1079. Un avvenimento di importanza storica si
verificò nel 1860 con I'arrivo in paese di Garibaldi, reduce dalla conquista
della Sicilia. I Tortoresi hanno molte tradizioni, tra queste la festa dedicata
a San. Antonio,e alla Madonna delle grazie. Tra le tante tradizioni
una in particolare! il pellegrinaggio alla Madonna del Sacro Monte di
Novi Velia (SA) che si rinnova ogni anno, è una tradizione molto antica pensare
che i nostri Avi partivano a piedi da Tortora con ceste piene di viveri,
camminando per giorni, alcuni per Grazia ricevuta percorrevano il tragitto
scalzi. La sopravvivenza di Tortora era basata sull'agricoltura si
coltivava, grano, legumi, ortaggi, patate, uva da vino, granturco, erba medica
per il bestiame,piante da frutto. Si allevavano Mucche, maiali, galline, pecore,
capre, sia per la materia prima che per quella secondaria. La cucina era
molto semplice il loro menu era: pasta e fagioli," zafarana
pisata" peperone dolce tritato fritto/'pongia" melanzane peperone
dolce origano e pomodori,baccalà al sugo ecc.. Le ricette delle feste, anche
quelle molto povere erano: a Natale "li rispeddi",farina lievito di
birra, dopo la lievitazione fare dei bastoncini di circa
VERBICARO anche le origini di Verbicaro sono molto
antiche tanto che già i romani lo frequentavano per rifornirsi del vino della
zona del Lao. IL suo vino è conosciuto in tutto
il mondo. Oltre al vino sono molti famosi Panicilli fatti con l’uva
passa racchiusa in foglie di cedro. E per la serie non vogliamo farci mancare
nulla diciamo che i Panicilli piacevano molto a Gabriele D’Annunzio il
quale li ha descritti mirabilmente nella
Leda senza cigno.
“Sorrido
pensando a quegli invogli di fronde compresse e risecche, venuti di Calabria
che un giorno vi stupirono ed incantarono, quando ve li offersi sopra una
tovaglia distesa sull’erba, non ancora falciata… Gli invoglio erano di forma
quadrilunga come volumetti sigillati d’un solitario che avesse confuso
felicemente la biblioteca e l’orto. Ci voleva l ‘unghia per rompere la prima
buccia… Ma ecco l’ultima foglia in cui è avvolto il segreto profumato come il
bergamotto. L’unghia la rompe; le dita s’aprono e si tingono di sugo giallo, si
ungono di non so che unguento solare. Pochi acini di uva appassita ed incotta…
pochi acini umidi e quasi direi oliati di quell’olio i indicibile ove ruota
alcun occhio castagno ch’io mi so, pochi acini del grappolo della vite del sole
appariscono premuti l’un contro l’altro, con che di luminoso nel bruno, con un
sapore che ci delizia prima di essere assaporato”. (G. D’annunzio.)
Ad
Orsomarso in tempi passati il giorno dell’ascensione i pastori che si trovavano
sulle montagne nei pascoli regalavano il latte ai paesani.
All’ora della mungitura i ragazzi del paese si recavano in montagna con appositi recipienti a prendere il latte e al loro rientro le mamme preparavano le tagliatelle per poi cuocerle nel latte.
TAGLIATELLE CON IL LATTE
Ingredienti:
Farina e acqua q.b.
Latte di pecora o capra.
Fare
l’impasto ,stenderlo con il matterello e arrotolarlo su se stesso, tagliare
delle striscioline di mezzo centimetro di larghezza e scioglierle con le mani.
Mettere in una pentola il latte e come bolle versarvi le tagliatelle. A cottura
ultimata a piacere cospargere con un po’ di formaggio e servire.
In occasione del venerdì Santo sempre ad Orsomarso si preparano i vermicelli con il finocchio selvatico.
VERMICELLI IN BRODO CON IL FINOCCHIO.
Ingredienti:
farina e acqua q.b.
finocchietto selvatico.
Preparare l’impasto e poi allungarlo con le mani fino a formare tanti vermicelli. Cuocerli poi in acqua e cimette di finocchio selvatico. Servire a piacere con un po’ di olio crudo e formaggio
San Nicola Arcella e’ un
piccolo paese che si affaccia sul golfo di Policastro, a
L’abitato si
concentra su una rocca a strapiombo sul mare, a
RICETTE TIPICHE
DEL POSTO
PICCIDDRATI :
-
¾ di
latte per ogni kilogrammo
-
400g. di
zucchero
-
2
bustine di lievito
-
4 uova
-
130g. di
burro
-
limone
I PICCIDDRATI, sono particolari dolci
pasquali tipici di questo paese, e’ un particolare impasto lavorato a mano,
infornato subito dopo nel forno a legna,senza tempi di lievitazione.
CRESPELLE CON
BACCALA’ :
-
FARINA
-
ACQUA
-
SALE
-
LIEVITO
-
BACCALA’
Il baccalà veniva preparato due giorni prima
messo in ammollo per far scaricare il sale in eccesso,ogni due volte al giorno
doveva essere cambiata l’acqua.Le griselle venivano fritte insieme al baccalà.
Non tutti tempo fa si potevano permettere di
cucinare questa specialità e molte volte si regalava alle persone più
anziane.
Nel periodo natalizio tempo fa’ si usava
mangiare le cosiddette ( cose nuove),
e’ un antico detto per indicare una cucina nuova, diversa da quella quotidiana.
La vigilia di natale si usava mangiare il
pesce e frutta invernale conservata per
questa occasione : le mele,le granate,melone bianco,fichi secchi detti “
crocette”.
CICERATA :
-
4 UOVA
per ogni kilogrammo
-
2
BUSTINE DI LIEVITO
-
UN
BICCHIERE DI ANICE
-
130g. DI
BURRO
La cicerata e’ un dolce natalizio lavorato a
mano, ha la forma di tanti piccoli ceci da cui prende il nome, fritti con olio
abbondante, condite con miele d’ape cosparse di “diavolette” colorate.
I CANNARICULI:
E’ un dolce simile alla CICERATA
la diversità sta’ nella lavorazione si usa il cossidetto PETTINE di
telaio che permette di rigare i piccoli pezzi a forma di ceci.
Questo piatto veniva gustato dalla primavera inoltrata e per tutta l’estate, essendo un piatto che si poteva preparare in anticipo e mangiare freddo. Per le donne che lavoravano era l’deale
Titolo |
Acciughe
ai peperoni rossi |
Ingredienti |
Filetti
d’acciughe Peperoni
rossi Tuorli
d’uova sode, prezzemolo, olio delle nostre zone, capperi. |
Preparazione |
In un
piatto tondo e grande di terra cotta allineare i filetti d’acciuga e i filetti
di peperoni arrostiti alla brace e spellati ovviamente alternandoli tra loro.
Condire con olio, prezzemolo e sale.Guarnire il piatto con i tuorli di uova
sode tritate e mescolate con i capperi. |
Con il termine rosa marina si indicano i piccoli delle sardine e, si pescavano tra metà Gennaio e metà Marzo, quindi, quello era il periodo in cui venivano cucinati di più.
Titolo |
Rosa
marina fritta |
ingredienti |
Mezzo chilo
di rosa marina 4 uova mezzo bicchiere di latte, 1 bicchiere di farina, una
cipolla piccola, 2 cucchiai di formaggio grattugiato,olio, sale e
peperoncino. |
Preparazione |
Soffriggere
la cipolla nell’olio caldo, aggiungere la rosa marina, ben pulita, e un po’
d’acqua. Farla cuocere poco condirla con il formaggio grattugiato, sale e
peperoncino. |
E’ un piatto che venia gustato tutto l’anno
Titolo |
Cozze
ripiene |
Ingredienti |
1Kg. di
cozze pulite, mezzo chilo di pomodori, 200gr. di salsiccia 2 uova, una
mezza cipolla, pane raffermo, aglio prezzemolo tritato |
Preparazione |
Sbriciolare
la salsiccia, bagnare il pane e strizzarlo aggiungervi le uova e preparare un
impasto tipo polpette con cui riempire le cozze. A parte preparare il sugo
con i pomodori, l’aglio, il prezzemolo, la cipolla. Quando
il sugo è pronto allineare le cozze ripiene in una tortiera cospargerle di
sugo.Infornare per mezz’ora. |
La pizzatola è un tipico dolce pasquale, che ancora oggi alcune nonne continuano a fare per rispettare la tradizione a cui sono molte legate. Es. la signora nella foto.
Titolo |
Pizzatola |
Ingredienti |
Lievito
madre da preparare la sera con un pizzico di levatina e 250 gr di farina. 1Kg
di farina, 5 uova, 250gr. di zucchero la scorza grattugiata di un limone, un
cucchiaio di strutto. |
Preparazione |
Mescolare
la levatina con la farina, lo strutto,lo zucchero, le uova, la scorza
grattugiata del limone. Far lievitare per 24 ore. Trascorse le 24 ore
preparare le pizzatole ed infornarle. Cuocere fino a quando si dorano in
superficie. |
E’ un tipico piatto autunnale ed invernale. Veniva gustato a colazione dai nostri nonni durante la raccolta delle olive per due motivi, il primo perché era di facile trasporto, il secondo perché era abbastanza nutriente.
Titolo |
Pipi
maianati |
Ingredienti |
Pasta
di pane, peperoni secchi, olio d’oliva e sale. |
Preparazione |
Mettere
in ammollo i peperoni fino a quando non si ammorbidiscono. Preparare un
impasto con acqua farina e lievito. Passare i peperoni in questa pastella e friggerli
in abbondante olio d’oliva. Salarli.
|
Questi dolci si utilizzavano nel periodo di Natale, alcuni li gustavano durante tutto l’inverno per la colazione. Erano di facile preparazione e permettevano di utilizzare le marmellate preparate d’estate.
Titolo |
Bocconotti |
Ingredienti |
Mezzo chilo
di farina, 50gr. di zucchero, 3uova, 3 cucchiai d’olio, un pizzico di sale.
Marmellata per il ripieno. |
Preparazione |
Impastare
la farina con l’olio,lo zucchero due uova ed un pizzico di sale, se l’impasto
se l’impasto risulta duro aggiungere dell’acqua fino a che non risulta
morbido ed omogeneo. Disporre l’impasto nelle formine riempirle con la
marmellata e ricoprire con altro impasto. Infine spennellare i bocconotti con
il tuorlo d’uovo sbattuto, metterli in forno per venti minuti. |
Queste manco a spiegarlo si preparavano d’inverno quando si ammazzavano i maiali, poi, si conservavano con la sugna. Si utilizzavano i giorni di festa per fare un ragù molto saporito, oppure, si usavano per dare sapore ad alcune verdure invernali.
Titolo |
Braciole
di maiale |
Ingredienti |
Fettine
di lonza di maiale, aglio, olio, prezzemolo, pancetta, formaggio grattugiato,
strutto. |
Preparazione |
Tritare
bene la pancetta, il prezzemolo, l’aglio, aggiungere al trito il formaggio
grattugiato amalgamare bene e distribuirlo sulle fettine di carne,
arrotolarle poi su se stesse e fermarle con un stecchino. In un tegame
abbastanza capiente scaldare l’olio con lo strutto e mettervi le braciole,
portarle a cottura a fuoco basso. Aggiungendo del pomodoro si ottiene un
ottimo ragù per condire la pasta. |
Era il ragù della domenica per condire i fusilli insieme al pecorino,
Titolo |
Ragù di
capra |
Ingredienti |
1Kg. Di
carne di capra, una bottiglia di passato di pomodoro due spicchi d’aglio,
olio d’oliva, origano e vino bianco, sale. |
Preparazione |
Tagliare
la carne pezzetti piccoli e metterla a bagno nel vino bianco per alcune ore.
Prendere una pentola capiente e mettervi la carne lavata ed asciugata,
aggiungere l’aglio, l’olio,l’origano e portare a metà cottura quindi
aggiungere il passato di pomodoro ed il sale e terminare la cottura. Questo
ragù è ottimo per condire i fusilli della nonna. |
Tipico piatto invernale. Questo piatto è stato rivisitato da alcuni ristoratori, proponendone delle varianti.
Titolo |
Ziti
con baccalà e ceci |
Ingredienti |
Mezzo
chilo di baccalà, 250gr. di ceci, una tazza di pomodorini, aglio, olio,
prezzemolo, alloro, sale e pepe. |
Preparazione |
Cuocere
i ceci in abbondante acqua con una foglia d’alloro. Cuocere il baccalà con il
prezzemolo e l’aglio. A parte preparare un soffritto con l’olio e l’aglio,
quindi aggiungervi i pomodorini, cuocere per un po’ ed aggiungervi il baccalà
i ceci sgocciolati dell’acqua di cottura il prezzemolo, il sale ed il pepe
far mantecare il tutto per alcuni minuti. A parte cuocere la pasta in
abbondante acqua salata, scolarla e condirla con questo sugo. |
Un piatto invernale molto nutriente e particolarmente adatto a riscaldare le fredde giornate invernali.
Titolo |
Zuppa
di legumi |
Ingredienti |
Ceci,
fagioli, fave, lenticchie cicerchie,tutti rigorosamente secchi. Aglio olio, sale
prezzemolo, alloro. |
Preparazione |
Cuocere
i legumi con abbondante acqua e foglie di alloro. In una pentola a bordi alti
sfriggere l’olio con l’aglio, quando l’aglio è ben rosolato aggiungervi i
legumi, il prezzemolo e mescolare bene,salare e servire. |
Una variante dei tipici dolci pasquali.
Titolo |
Ciambella
della nonna |
Ingredienti |
200gr
di pasta di pane,200gr di patate lesse,150gr di zucchero due cucchiai di sugna,6
uova ,burro e farina e un pizzico di sale. |
Preparazione |
Prendere
la pasta di pane aggiungervi le uova, lo zucchero, la sugna e le patate
lessate schiacciate il pizzico di sale ed amalgamare bene. Aggiungere
all’impasto della farina fino a raggiungere una consistenza abbastanza
morbida. Formare una palla e farla riposare per 12 ore. Trascorso questo
periodo lavorare l’impasto e metterlo in una teglia per ciambelle. La teglia
deve prima essere unta di burro e cosparsa di farina. Far
riposare per un paio d’ore al caldo. Mettere in forno caldo e cuocere per tre
quarti d’ora. Togliere dal forno e spolverizzare con lo zucchero. |
Tra le ricette antiche quasi ormai dimenticate dalla cucina odierna troviamo:
1)
Pipi chjini (peperoni ripieni di acciughe). Ingredienti: filetti di acciughe salati, aglio, uova,
mollica di pane, olio, sale. Preparazione: tritare e amalgamare le acciughe con aglio, pane, olio e sale. Con questo impasto farcire i peperoni dopo averli svuotati internamente. Friggere i peperoni in una padella . 2)
Pani cuottu (pane cotto). Ingredienti: pane raffermo, olio d’oliva foglie
d’alloro aglio pecorino grattugiato. Preparazione: In una padella preparare un brodo con acqua , olio d’oliva e foglie d’alloro. Aggiungere il pane e far cuocere per alcuni minuti. Servire con abbondante spolverata di pecorino. 3)
Pipi melanzane e patate
(peperoni melanzane e patate) Ingredienti: Peperoni ,melanzane ,patate ,cipolla,
olio, sale. Preparazione: Riscaldare sul tegame l’olio e poi friggere il tutto. |
Infine segue una ricetta ricordo di Gerardo Sacco A CUZZUPA.
…la mia infanzia è trascorsa fra stenti e miseria, però a differenza di oggi la povertà materiale ci costringeva ad essere ricchi dentro,ricchi di valori che difficile ritrovare nei giovani di oggi.Valori che ci consentivano di andare avanti con serenità e di vivere con gioia anche gli attimi più semplici della nostra vita. E’ cosi’ che il ricordo più nitido della mia fanciullezza è’ legato alla Pasqua e ad un dolce tipico di questa festa: “a cuzzupa”…
Ingredienti: 4 uova intere, 2rossi,200 grammi di olio o
strutto, 1Kg di farina,
Una volta fatto l’ impasto e realizzato la forma si mettono di sopra le uova crude (la quantità delle uova dipende dall’ “importanza” che le si vuole dare), e dopo di che, in una teglia ,si inforna; una volta raggiunta la cottura, dopo 20 o 30 minuti, a seconda della temperatura del forno, si toglie ed inizia l’operazione “annaspru”.In pratica si tratta di dare una passata di questa specie di crema bianca composta da: bianco d’uovo, zucchero e limone. Alla fine, per dare vivacità di colore, ci si mettono sopra le palline dolci colorate.
“A cuzzupa “è pronta.
Dopo questa carrellata di ricette aggiungiamo, per curiosità nostra e vostra, alcuni proverbi legati all’alimentazione tradizionale: perle di saggezza popolare dei nostri nonni.
Ringraziamo innanzitutto i docenti che ci hanno fatto apprendere l’uso del computer con la loro chiarezza e illimitata pazienza nei nostri confronti e, che successivamente ci hanno guidato nello sviluppo di questo documento.
Grazie di cuore alla prof.ssa Giuseppina Grisolia che, come dirigente della Scuola Media “G. Caroprese”, ha organizzato questo corso dandoci così l’opportunità di frequentarlo e di arricchire, di conseguenza, il nostro bagaglio culturale.
Grazie anche al sociologo e alle psicologhe che ci hanno insegnato a vedere le cose da un’angolazione diversa da come le vediamo abitualmente e ci hanno fatto scoprire una parte di noi che ignoravamo.